
Giovedi 23 marzo 2018, i Soci del Rotary Club Roma EUR hanno deciso di trascorrere una
SERATA AL MUSEO
Ed è stato facile farlo, essendo “a portata di mano”, nel loro quartiere, l’ EUR, un Museo prestigioso, il
MUCIV – il “Museo delle Civilta’”
Per l’occasione, si sono riuniti, in Conviviale serale,
- i Soci,
- i loro ospiti: il dott. Raffaele Focaroli, Giudice del Tribunale per i minorenni e Segretario dell’Associazione Magistrati per i minorenni e la famiglia; la dott.ssa Marisa Mirabile; l’ avv. Marcello Rhodio;
- i rotariani Soci di altri Club: l’avv. Giovanna Palomba, del R.C. di Rieti; il Prof. Pier Luigi Marconi, del R. Graditi ospiti del Club:C. Roma Appia.
Graditi ospiti del Club:
- il Prof. Filippo Maria Gambari, Direttore del Museo delle Civiltà; la dott.ssa Anna Sicurezza, Responsabile del laboratorio di restauro ed Ufficio Catalogo del Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari; per la Fondazione Paola Droghetti, il dr. Vincenzo Ruggieri (Proprietario dell’Hotel dei Congressi) Presidente, e la Prof.ssa Lia Piccolella, Segretario Generale, già prof. di ruolo di Geometria presso la Facoltà di Ingegneria Civile ed Industriale dell’Università la Sapienza.
Dopo l’avvio della serata, con l’introduzione della Dott.ssa, Carla Lendaro, Presidente del Club,
ha preso la parola il prof. Filippo Maria Gambari, direttore del MuCiv, che ha ricordato come il Museo delle Civiltà risalga alle vicende del Progetto dell’Esposizione Universale del 1942, da tenere a Roma, nei luoghi dei quali, già all’inizio del 1937, gli architetti Marcello Piacentini, Ettore Rossi, Giuseppe Pagano e Luigi Piccinato erano stati incaricati di realizzare il piano regolatore.
Era un periodo nel quale le principali capitali europee cercavano di mettere in luce la loro immagine ed anche il fascismo voleva mettere in evidenza il proprio ruolo e la propria potenza politica. In questo contesto ed a tal fine, Bottai, governatore di Roma, sottopose a Mussolini il Progetto dell’“Esposizione Universale” Romana.
La valorizzazione dell’attuale zona EUR, peraltro, deve essere inquadrata, facendo un piccolo passo indietro, in un contesto precedente, più ampio, ossia nell’attenzione posta dal regime Mussoliniano al “litorale romano”.
Infatti, il 31 dicembre 1925, in Campidoglio, Mussolini affermò che “la Terza Roma”, quella posta nelle zone del nascendo quartiere EUR, si sarebbe dilatata “sopra altri colli, lungo le rive del fiume sacro, fino alle sponde del Tirreno”.
Sono, infatti, di quegli anni, gli anni ’20, le bonifiche pontine, la fondazione di città in quelle zone (Latina, Sabaudia …), il risanamento di Ostia e la creazione di un quartiere fra Roma ed il mare – in zona Acilia – , dove furono edificate case popolari (Casal Bernocchi e 286 “casette” (dette “Pater”, dal nome dell’ingegnere Dario Pater, che le progettò), con annessi, per ciascuna, 1.000 m² di terreno coltivabile, destinate ad accogliere i lavoratori romagnoli che avevano lavorato alla bonifica.
Sono di quegli anni i collegamenti ferroviari (metropolitana/treno) e stradali (ex Via Imperiale, oggi Via Cristoforo Colombo; Via Pontina, Via del Mare) che uniscono l’EUR al mare.
Nel 1943, in tempi “tristi”, ebbe luogo una prima consegna della prima parte dei lavori realizzati. Fra questi, le zone “a verde”, la Basilica di San Giovanni e Paolo e il Palazzo della Civiltà.
Per queste zone, seguì un periodo di “inoperatività” per tutti gli anni della guerra e dell’immediato dopo-guerra.
Molti edifici, furono, poi, completati negli anni ’50 (Palazzo dei Congressi nel 1954).
Il quartiere EUR nacque formalmente nel 1961; ma già, nel 1960, con le Olimpiadi (gare di canottaggio nel “laghetto artificiale”), aveva acquistato notorietà.
Altri edifici furono completati negli anni ’60, come il Grattacielo dell’I.N.P.S., sede del “Sistema Previdenziale Italiano”, che aveva avuto origini fasciste negli anni ’30.
In tempi recenti, nel 2016, per iniziativa del Ministro del dicastero dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, quattro importanti musei nazionali:
– Museo Nazionale d’arte orientale “Giuseppe Tucci”,
– Museo Nazionale Preistorico e Etnografico “Luigi Pigorini”,
– Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari,
– Museo dell’Alto Medioevo,
sono andati a costituire il MuCiv, ossia il Museo delle Civiltà.
Con riferimento al MuCiv, proponiamo, di seguito, un prezioso contributo della dott.ssa Anna Sicurezza, storica dell’Arte, laureata e specializzata presso l’Università “La Sapienza” di Roma, responsabile, in particolare, per il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, del Laboratorio di restauro e dell’Ufficio Catalogo:
L’arte per la Scienza e le Tradizioni
Il programma decorativo nell’attuale Museo delle Civiltà
La decorazione artistica che arricchisce oggi il Museo delle Civiltà risale all’ambizioso progetto dell’Esposizione Universale di Roma del 1942. Si spazia dalle grandi vetrate ai pavimenti a tarsie marmoree, dai dipinti murali ai mosaici monumentali.
Secondo l’Olimpiade delle Civiltà prevista per il 1942, l’attuale sede del Pigorini avrebbe dovuto ospitare il Museo delle Scienze; la decorazione di questo edificio è dunque ispirata unicamente a tematiche di carattere scientifico. Accoglie il visitatore la suggestiva vetrata policroma di Giulio Rosso, raffigurante Gli elementi decorativi relativi all’astronomia. Si prosegue nel Salone delle Scienze, decorato da un grande pavimento a tarsie marmoree opera di Mario Tozzi dal titolo Gli elementi decorativi relativi alla scienza. All’ingresso principale del museo sono inoltre presenti due dipinti murali di Valerio Fraschetti, La scuola di Galilei e Le applicazioni tecniche della scienza; quest’ultima opera è rimasta incompiuta a causa degli eventi bellici.
Il Palazzo delle Scienze e il Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari che lo fronteggia sono decorati esternamente dai grandissimi mosaici a parete dei futuristi Depero e Prampolini, raffiguranti il primo Le professioni e le arti e il secondo Le corporazioni.
In base ai programmi dell’E42, l’edificio speculare al Palazzo delle Scienze avrebbe dovuto ospitare la mostra temporanea delle arti e tradizioni popolari, destinata a divenire poi museo permanente. L’idea originaria venne rispettata nel dopoguerra quando, il 20 aprile 1956, venne inaugurato il Museo delle Arti e Tradizioni popolari. Il programma decorativo di questo edificio rispecchia dunque le collezioni che vi sono esposte, sulla base di una unità ideale tra contenitore e contenuto.
Il tema ispirato alle arti e alle tradizioni popolari accomuna il portale a bassorilievo di Amerigo Tot con il ciclo di dipinti murali del Salone d’onore, rimasti incompiuti per via degli eventi bellici.
Legato alla storia di rinascita dell’EUR e dei suoi edifici nel dopoguerra è invece il cartone di Filippo Figari, raffigurante La festa di Sant’Efisio, opera pregevole commissionata al pittore sardo in occasione dell’apertura del museo negli anni Cinquanta.
. Anna Sicurezza
A seguire, è intervenuta la dott.ssa Lia Piccolella, che ha riferito circa le attività della Fondazione Paola Droghetti, Onlus istituita il 19 Marzo 1998 da Vincenzo Ruggieri in accordo con le proprie figlie Alessia, Marzia e Clarissa, per onorare in modo degno e duraturo il nome della moglie e madre Paola Droghetti Ruggieri, restauratrice-conservatrice, prematuramente scomparsa.
Attività della Fondazione sono:
- La sponsorizzazione di interventi di restauro conservativo di opere d’arte del Patrimonio Artistico Italiano
- Incentivi allo studio, alla ricerca ed all’attività nel campo della conservazione e del restauro dei beni culturali in Italia e all’estero.
- Promozione ed organizzazione di: mostre, convegni, conferenze, seminari, corsi di vario tipo, giornate di studio e altro, da svolgere sempre nel campo della conservazione e restauro di beni artistici, culturali e architettonici.
- Assegnazione, tramite concorso, di borse di studio da erogare a conservatori-restauratori.
. ALFREDO D’AMATO