Il Rotary Club Roma Eur è grato al P. Pérez, Vicario generale della Curia Generalizia dei Padri Agostiniani Recolletti, che ancora una volta ha voluto celebrare presso il Rotary dell’Eur la Santa Messa per aiutarci a mantenere viva, di anno in anno, la memoria dei nostri familiari e qui, degli Amici che ci hanno preceduti nell’impegno verso gli altri, verso la comunità, verso il bisogno – che, come rotariani, diremmo – da cristiani – verso il prossimo.

P.Pèrez
Pregare per chi ci ha preceduti è una maniera per sentire più vicine le persone che abbiamo amato, per ringraziarle di averle incontrate, per imparare dal ricordo delle loro esistenze, quelle cose che a suo tempo non abbiamo compreso ma, che ora, essi continuano ad insegnarci.
Rivolgiamo ai nostri Amici un ricordo semplice, ma carico di significato, perché con il ricordo affidiamo i nostri cari alla misericordia del Signore.
La rotellina che ad essi venne apposta al bavero della giacca, li ha distinti per il silenzioso, mite ed umile adempimento dei doveri e non già per la conquista di privilegi … o altro.
Preghiamo con speranza di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che ancora non comprendiamo, ma che vogliamo, nel nostro intimo, che ci sia.
Raffaele Morrone
La commovente allocuzione di Domenico Concezzi
Grazie Padre Pérez,
per essere con noi, e Grazie a voi, cari Amici.
E’ bello e commovente ritrovarsi per commemorare i nostri Amici che ci hanno preceduto. Commemorare, vuol dire ricordare assieme, mettere assieme i nostri ricordi, che sono una cosa molto importante di noi stessi.
Solo qualche riflessione sui ricordi:
- i nostri ricordi sono il respiro delle nostre anime
- i nostri ricordi sono il legame con tutti quelli e tutto quello che amiamo e che abbiamo amato
- i nostri ricordi sono il contatto diretto con la nostra esperienza di vita
- i nostri ricordi sono l’essenza della nostra vita, che con i ricordi si esprime oltre ogni limite di spazio e di tempo.
Il ricordo dei nostri cari ci consola, nel senso che ci fa sentire meno soli nell’Universo. Il ricordo dei nostri cari e dei nostri antenati ci fa sentire grati a Dio per essere nati.
Vorrei ora salutare per nome gli amici del nostro Club che più recentemente ci hanno lasciato e ringraziarli per la loro amicizia: Grazie cari:
Agostino, Alberto, Antonino, Antonio, Armando, Carlo, Carlo P., Donato, Enzo e Piegiorgio, Fabrizio, Franco, Gino, Giorgio, Giuliano, Giuseppe C e Ingrid, Giuseppe M, Giuseppe Mi e Antonia, Isolina S., Learco, Ludovico, Luigi, Maria Rita D., Maresa V., Mario, Omero, Oscar, Peppino, Roberto, Paolo, Piergiorgio, Pietro e Marinella, Raoul, Salvatore, Silio Italico,Vincenzino, Virginia.
Tutti voi mancate alle nostre conviviali, ma certamente non mancate nei nostri pensieri.
Domenico
PENSARE CON FIDUCIA ALLA VITA CHE CI ATTENDE!!
Il poeta bengalese Rabindranath Tagore:
Un giorno (dop)o l’altro, o Signore della mia vita, starò davanti a te a faccia a faccia.
A mani giunte, o signore di tutti i mondi, starò davanti a te a faccia a faccia.
Sotto il grande cielo in solitudine e silenzio, con cuore umile starò davanti a te a faccia a faccia.
In questo tuo mondo operoso, nel tumulto del lavoro e della lotta, tra la folla che s’affretta, starò davanti a te a faccia a faccia.
E quando il mio lavoro in questo mondo sarà compiuto, o Re dei re, solo e senza parole, starò davanti a te a faccia a faccia.
Sant’Ambrogio e il legame che unisce i vivi e i morti
«Signore Dio, non possiamo sperare per gli altri più di quanto si desidera per sé stessi. Per questo io ti supplico: non separarmi dopo la morte da coloro che ho così teneramente amato sulla terra.
Fà o Signore, ti supplico che là dove sono io gli altri si trovino con me, affinché lassù possa rallegrarmi della loro presenza, dato che ne fui così presto privato sulla terra.
Ti imploro Dio sovrano, affrettati ad accogliere questi figli diletti nel seno della vita.
Al posto della loro vita terrena così breve, concedi loro di possedere la felicità eterna».
L’ineluttabilità del destino nel proverbio del popolo romano
poesia di Pino Fabio
A chi je tocca nun se ‘ngrugna
Se la vecchiaia ‘na sfida te lancia
E lentamente te morde ‘na guancia
presto te spigne alla fatal sortita
fora de’ li confini de la vita
Quanno la tarda età te piega er collo
E tutto drento a te diventa mollo
Ricordate li tua momenti belli
Pe tené in vita ancora armeno quelli
Preparete perciò de fa le corna
a quella sponna donde nun se torna
Facenno enpasse alla cattiva sorte
Senza ‘nciampà ner braccio de la morte
Te devi sapè da’ ‘na regolata
E farne d’ogni istante ‘na campata
Co’ le partite a bridge da giocare
con quarche cima ancora da scalare
Ma s’er destino ce sfotte e fa er monello
Amici nun crucciamoce pe’ quello
e a chi je tocca tanto de cappello