
Il 30 novembre 2017, i Soci del Rotary Club Roma EUR ed i loro ospiti si sono riuniti presso la Sede del nostro Club, l’Hotel dei Congressi, in viale Shakespeare 25, Roma.
Erano presenti, ospiti graditi:
- la Pdg Daniela Tranquilli, rotariana dal 1995; prima donna Presidente a Roma nel 1999 ; assistente del Governatore nel 2001/2002 e 2002/2003; governatore del Distretto 2080 nel 2011/12 (prima donna nel distretto e seconda in Italia); “Training Leader” a San Diego (istruttore per i governatori del mondo) nel 2015/16; PHF a 3 rubini e benefattrice RF.
- il Governatore eletto, Giulio Bicciolo, Past President del Rotary Club Roma Nord, ospite dei Soci Concezzi, Boni e Folliero;
- Guido Franceschetti, Fondatore del R. C. Roma Monte Mario nel 1984; Presidente del Club nel 1993/94; Fondatore del Rotary Club Roma International nel 2015; PHF a 3 rubini;
- Giuseppe Fabio, del Rotary Club Roma Tevere, assieme ai suoi ospiti;
- il Dr. Minotti, con signora;
- il Dr. Avanzi, con signora.
L’assistente del Governatore Alessio Marino, che “segue” il nostro Club, ci ha comunicato che la Governatrice Salvina Deiana avrebbe volentieri partecipato, ma, purtroppo, precedenti impegni inderogabili glielo hanno impedito.
Per quanto sopra, era, comunque, rappresentato il Distretto 2080 degli anni passati e degli anni futuri.
L’occasione è stata quella di festeggiare (con tanto merito!) la Donna nella Storia ed, in particolare, il trentennale dell’ammissione delle donne nei Rotary Club.
In apertura della serata ed in relazione al tema in oggetto, la Presidente del nostro Club, Carla Lendaro, ha sintetizzato le tappe principali che hanno visto l’ammissione delle donne, in precedenza escluse, nel Rotary:
Il 4 maggio 1987, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato che i Rotary Club non possono escludere le donne dall’affiliazione in base al sesso. Il Rotary ha emanato un nuovo Regolamento secondo il quale i Rotary Club degli Stati Uniti potevano ammettere le donne nell’effettivo.
Il 28 maggio dello stesso anno, è stato fondato il Rotary Club di Marin Sunrise, California (ex Larkspur Landing), primo Club ad ammettere le donne, dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti. La prima donna a diventare Presidente di un Rotary club è stata Sylvia Whitlock, del Rotary Club di Duarte, California.
A novembre 1988, il Consiglio Centrale del Rotary International ha emesso una dichiarazione che riconosceva il diritto dei Rotary club del Canada di ammettere membri di sesso femminile in base alla legge canadese, analoga a quella sostenuta dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Nel 1989, durante la prima riunione, in seguito alla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1987, il Consiglio di Legislazione ha votato per eliminare il requisito nella Costituzione del RI di affiliazione limitata solo a uomini nei Rotary Club. Le donne sono state accolte nei Rotary Club di tutto il mondo.
Nel seguito dell’Evento, è intervenuto, quale Relatore della serata, il Past President del nostro Club, Socio ing. Domenico Concezzi, che ha presentato figure di donne in un ampio excursus storico, dagli egizi sino ai giorni nostri. Si sono succedute, così, le storie di donne nell’arte, nella politica, nella scienza e nella letteratura sino alla “donna delle donne”, Maria Vergine Madre di Dio.
Una conferenza divertente e seria, spensierata e profonda, con spunti di vario interesse, ottima introduzione a una serie di conferenze, previste nei prossimi mesi, durante le quali voci di donne racconteranno “al femminile” la loro vita professionale.
Abbiamo chiesto all’amico Domenico di condensarci la sua presentazione in un articolo: ci ha fatto pervenire il pregevole testo che segue, che abbiamo il piacere di condividere con Voi. Ci duole, come potete ben comprendere, non poter condividere con Voi le “slides” e le musiche che hanno accompagnato la Relazione.
LA DONNA NELLA STORIA
L’occasione della serata era quella di celebrare il trentennale delle donne nel Rotary Club, un tema di vitale attualità per il nostro sodalizio (storicamente maschile) che è drasticamente mutato negli ultimi anni, tanto mutato che, se non fossero sopraggiunte le donne, forse si sarebbe posto il problema della sopravvivenza.
Ciò nonostante, ho voluto dare un taglio diverso, allargando l’orizzonte al di fuori del Rotary Club, anche perché, se volessimo pignoleggiare sulle date, Il Consiglio di Legislazione del Rotary International ha definitivamente stabilito l’ammissione delle donne a tutti i RC del mondo nell’anno 1989, e ad oggi il trentennale non è ancora compiuto. Il fatto che nello stesso anno sia caduto il Muro di Berlino ci fa sentire umana solidarietà verso moltissimi nostri amici (vecchi come me) i quali videro cadere un loro personale pregiudizio rotariano.
Dunque un taglio diverso alla mia presentazione della donna nella Storia, per due motivi: uno è strettamente storico, perché la nostra quotidiana pigrizia ci porta spesso a dimenticare la Storia, l’altro motivo è legato alla cronaca di questi giorni, ove si parla e straparla, anche morbosamente delle donne. Una cronaca che non fa onore al genere umano.
Rischiando di scivolare nel didattico, ho ritenuto giusto rammentare che per molti millenni l’umanità era organizzata secondo un rigido matriarcato, quando le donne erano genitrici, guaritrici e sacerdotesse, e di fatto determinavano il comportamento dell’uomo. Mentre il maschio si occupava di offesa e difesa, di caccia e di raccolta, la femmina generava e proteggeva la vita e leggeva i segnali del cielo e della terra. Nella luna vedeva il suo ciclo biologico e nelle stelle l’avvicendarsi delle stagioni. Nelle erbe trovava i rimedi e nella paglia il giaciglio, per se e per i suoi. La donna era il capo e l’uomo forniva la manodopera.
Chissà perché, verso il 5° millennio a.C, l’uomo ha iniziato a prevaricare il ruolo della donna ed è iniziato il patriarcato che ancora sussiste in molte parti del mondo.
Forse fu la concorrenza fra tribù rivali, forse le avversità naturali, forse la minaccia delle belve feroci, forse il pericolo imminente su di una donna che aveva in braccio un bambino, forse la saggia rassegnazione della donna, non lo sappiamo, ma ad un certo punto l’uomo con la sua stazza superiore e con la sua arma rudimentale a fatto scudo alla donna per proteggerla e, da quel momento l’uomo si è sentito il padrone della donna, e la donna glielo ha fatto credere per i millenni successivi.
Per onore di verità, la predominanza maschile non è rimasta immutata ovunque e fino ad oggi. Non è vero che non ci sono donne al comando, come non è vero che in ogni settore c’è sempre un uomo che comanda. Abbiamo, e abbiamo avuto, moltissimi esempi di donne potenti e dominanti, dal 2° millennio aC. fino ai giorni nostri, e su questo si basa buona parte della mia presentazione, senza ovviamente ignorare gli enormi torti e ingiustizie patite dalle donne. Ma andiamo per ordine.
La mia conversazione inizia con il migliore omaggio che si possa fare alla femminilità, presentando la struggente preghiera che la sacerdotessa Norma rivolge alla Dea Luna, per implorare la pace sulla terra. E’ la preghiera cantata sulle indimenticabili note di Bellini. La voce è di Maria Callas: “Casta Diva”.
In riferimento ai fatti di cronaca che stanno portando in luce una nuova forma di barbarie dell’umanità nei confronti delle donne, mi sono permesso una breve digressione di scienza naturale, sulla conservazione della specie, ove pongo in evidenza che l’uomo è l’unico mammifero al mondo che violenta e uccide la sua femmina. Per tutti gli altri mammiferi la lotta è fra maschi, e ne mostro alcuni esempi, dai criceti agli elefanti.
Riconosciuto che fra gli uomini sarebbe assurdo pensare alla posizione di maschio Alfa, bisogna notare che il maschio umano è molto più che un mammifero e può sognare e può impazzire per amore , ed a questo proposito, ho fatto ascoltare alcuni brani delle più belle romanze d’amore della lirica mondiale.
Ho poi elencato alcune grandi donne del passato, ad iniziare dal 2°millennio aC, con la Regina Faraone Hatchetsup, che non si preoccupò di nascondere la sua tomba sotto la montagna, come facevano i Faraoni maschi, ma la volle grande solenne e visibile a tutti, fino ai secoli a venire. Naturalmente non si possono potevano ignorare Nefertiti, Nefertari e Cleopatra. Una nota speciale è dedicata a Zenobia, La Regina guerriera della favolosa Palmira, che fece tremare Roma e poi fu sconfitta e fatta prigioniera, con grande imbarazzo di Roma per avere vinto contro una donna.
Fra le donne del Rinascimento, racconto la drammatica storia della pittrice Artemisia Gentileschi, violentata dal suo maestro Agostino Tassi, la quale dovette difendersi in un pubblico e umiliante processo per violenza carnale. La sua grande vendetta si può leggere ancora oggi nei suoi due splenditi dipinti di Giuditta e Oloferne, ispirati al Caravaggio, ove la sua Giuditta è chiaramente un suo autoritratto, mentre il suo Oloferne porta il volto del suo violentatore Tassi.
Fra le donne di Stato ho descritto Caterina II, la fanciulla tedesca che fu portata a San Pietroburgo per diventare zarina la Grande. Nota per i suoi numerosi amanti, si liberò del marito e regnò con grande efficacia e autorità la sua Russia sconfinata. Il comportamento di Caterina di Russia nei confronti del suo vasto e ossequioso entourage, era spavaldo e spregiudicato, e nei confronti dei subalterni maschili non si risparmiava iniziative che oggi verrebbero semplicemente definite come Stalking o molestie sessuali.
Caterina è stata contemporanea di molti protagonisti della Storia europea, come Maria Teresa d’Austria e Federico II° di Prussia, detto il Grande. Durante il suo regno avvenne la Presa della Bastiglia che cambiò la visione del mondo. Ho fatto un solo accenno familiare su Maria Teresa d’Austria che divise il trono con lo sposo Stefano Duca di Lorena. A lui, dividere il trono con la moglie, serviva per diventare elettore del Sacro Romano Impero, il quale non solo era un affare per soli uomini, ma questi dovevano essere Re o Principi, e lui poverino era solo un duca. La conseguenza fu che i discendenti da quel matrimonio non si chiamarono più solo Asburgo, ma Asburgo-Lorena. Due figliole di Maria Teresa trovarono ottimi matrimoni regali, ma entrambe con tristi destini: una era Antonietta di Francia, che fu ghigliottinata, l’altra era Carolina di Napoli che, spodestata dal suo trono dai Francesi, morì esule nella sua terra d’origine. Certo non si può dire che, a quell’epoca, a Vienna si amassero i Francesi, eppure, solo 20 anni dopo la Bastiglia, Maria Luisa D’Austria, che era la nipote di Maria Antonietta, fu data in sposa a Napoleone che la condusse nelle stesse stanze che, poco tempo prima, avevano ospitato la sua povera zia, Regina di Francia. La Ragion di Stato può essere veramente crudele.
Per il secolo successivo, ho sentito l’obbligo di parlare di un’altra donna di Stato che fu la vera protagonista del suo tempo, tanto che il lungo regno della Regina Vittoria si definisce come periodo Vittoriano. Regno lunghissimo: 63 anni e 7 mesi, appena superato dalla attuale Elisabetta II. Più che da storico, ove sarebbero moltissime le cose da dire, da semplice Ingegnere, ho condensato il periodo Vittoriano come il tempo di Industria 1.0
A proposito delle corti d’Europa, ho fatto cenno dei numerosi legami parentali, di cui posso riassumere i seguenti: la Regina Vittoria sposò suo cugini Alberto di Sassonia, lo Zar Nicola I° sposò la cugina Carlotta di Prussia, il loro figlio Alessandro sposò Maria Massimiliana d’Austria, lo Zar Nicola II° (l’ultimo Zar) sposò Alice d’Assia che si chiamò Alessandra e che era nipote diretta della Regina Vittoria. Altro suo nipote diretto e 2° discendente al trono, Re Giorgio V° d’Inghilterra, era cugino diretto dell’ultimo Zar Nicola II°. In effetti la Regina Vittoria ebbe molti figli e moltissimi nipoti, disseminati in tutte la corti d’Europa, disseminando purtroppo anche la emofilia di cui essa stessa era portatrice sana.
Non poteva mancare il triste commento sulla strage di Ekaterinburg del 1918, quando fu sterminata l’intera famiglia dei Romanof, senza che i numerosi parenti di tutte le corti europee alzassero un dito.
Ho fatto poi cenno Golda Meir e al suo peso politico alla guida di Israele, in un periodo molto critico della sua storia e non poteva mancare un’immagine della Lady di ferro Margaret Thatcher.
Fra le donne Manager, ho fatto un lunghissimo elenco, a partire dalla mitica Marisa Bellisario che ho conosciuto personalmente e che negli anni 80 del secolo scorso risanò la Italtel, continuando con moltissime top manager di oggi, fra cui le numero uno dei seguenti Enti o Corporations:
CERN di Ginevra, IBM, General Motors, Hewlett Packard, Fondo Monetario Internazionale, Federal Reserve, Ferrovie dello Stato Italiano e di quelle francesi, Ferrovie Treni Nord Milano, e tante altre numero uno, brillantissime donne che comandano legioni di uomini.
A proposito della violenza sulle donne, ho detto che forse è giunto il tempo, per le donne, di ripensare al proprio corpo, che non può più essere un “rete da pesca” , come lo definisce Alexandra Kleeman nel suo recente libro Il Corpo che vuoi .E’ giunto il tempo di pensare ai propri muscoli e, perché no, alle arti marziali. A questo proposito, ho mostrato una bella foto del caposcorta del nostro Presidente del Consiglio Gentiloni, che è la Signora Emanuela Canestrini, una bella donna che ispira forza e sicurezza. Una curiosità: Emanuela ha per marito un colonnello dei Carabinieri. Pensate la sfortuna di un ipotetico ladruncolo che si inoltrasse a casa loro, mentre loro sono in casa…..
Sempre sulla violenza alle donne, di cui oggi molto si parla, ho voluto leggere un mio sogno di fantasia, che si svolge in un tribunale di oggi, ove si celebra un processo per violenza carnale. Poiché è stato l’unico passo che ha provocato un applauso dei presenti, lo riporto letteralmente, in caratteri minori, sperando di non tediare troppo il lettore.
Il titolo è BANDO ALL’IPOCRISIA.
Nel sogno ho visto la vittima (la donna violentata) alzare la testo versi il Giudice con le seguenti parole:
- Giudice, so che lei ora mi chiederà come ero vestita ed io le dico che ero vestita elegante, come mia abitudine, aggiungerò che ero vistosamente elegante, perché a me, come a quasi tutte le donne, non piace passare inosservata.
- Prima che lei mi domandi se ero provocante, aggiungerò che sicuramente lo ero, se con quel termine intendiamo attraente, nel senso di attrarre e stimolare l’attenzione degli uomini verso la mia persona. Questo, Sig. Giudice, è ciò che hanno sempre fatto le donne di tutto il mondo, e noi, donne di oggi, vogliamo conservare questa libertà, assieme all’inalienabile diritto di essere noi a scegliere il partner che ci piace, scartando gli altri.
- Con il permesso della Corte, vorrei fare un esempio pratico: se, al di fuori di quest’aula, io per caso mi trovassi di fronte ad un uomo che, per pura coincidenza, assomigliasse alla sua persona, Sig. Giudice, e lo stesso uomo insistesse con profferte di intimità nei miei confronti, io voglio avere la libertà di dirgli che io , a letto con lui, non ci andrei nemmeno morta.
Dopo queste spiegazioni, vorrei pregare i Signori della Corte di giudicare la violenza da me subita, non come una temporanea intemperanza maschile, ma come un crimine contro la mia umanità.
Naturalmente ci sono molte donne sante e ne ho elencano alcune.
Concludo con un “pensiero” a Maria di Nazaret, raffigurata nella Pietà di Michelangelo, accompagnata dalla voce di Pavarotti che canta l’Ave di Schubert.
Grazie per l’attenzione.
Domenico Concezzi