
Giovedì 9 maggio 2019, presso la Sede del Rotary Club Roma EUR, all’Hotel dei Congressi, si è svolto un incontro serale, in modalità Interclub, con l’Inner Wheel Roma Eur Centro.
Hanno preso parte all’Evento tanti Soci dei due Club, accompagnati dai loro ospiti. Erano presenti 2 nuovi Soci: Nausica Cangini e Fabio D’Amato, ai quali il Club esprime il benvenuto. Era presente, ospite del Presidente del Club Rocco Recce, il Gen. dell’Arma dei Carabinieri dott. Gennaro Scala. Presente, infine, il dott. Paolo Cozzi Lepri, ospite della Presidente dell’Inner Wheel Roma Eur Centro, Grazia Saporito.
Tema della serata, una Relazione del prof. Luca Riccardi sulla Comunità di Sant’Egidio.
Ha aperto la serata il Presidente Rocco Recce che, dopo aver avviato e completato i rituali cerimoniali dell’incontro, secondo un accordo precedente, ha consentito ad un Socio del Club, Alfredo D’Amato, casualmente … chi scrive, un breve ed inconsueto intervento. Il Socio ha spiegato come durante l’annuale cerimonia del “Passaggio della Campana”, a conclusione di ogni annata rotariana di ciascun Club, si assista, non già al “Passaggio della Campana”, che, pesante ed ingombrante, rimane sul tavolo, in attesa di essere percossa, per scandire, con il suo suono, l’avvio ed il termine di ogni “incontro”, ma al “Passaggio del Collare”, simbolo della storia del Club stesso. Con riguardo all’ “animus” dei due partecipanti, in quelle circostanze, ci sarebbe molto da dire e riferire, sia in relazione al “cedente”, riluttante o liberato, sia al “cessionario”, felice o timoroso. Ma, certamente, si può constatare che …, in quel momento, si spengono le luci sull’ … ormai … possiamo dirlo … Past-President, che torna nell’ombra, tra i Soci, e si accendono i riflettori sul (nuovo) Presidente del Club.
In ciò, il Socio intervenuto ha intravisto una specie di ingiustizia nei riguardi del Past President, che, in un modo o nell’altro, secondo le sue capacità, ha fatto tanto per il Club per un lungo anno: un congedo senza nemmeno un … GRAZIE! Quindi, ha intravisto ed ha proposto la necessità di un ringraziamento, nella circostanza. A tal fine, ha pensato alla possibilità, suggerendola a tutti i Soci, che si faccia annualmente dono al Past President, quando egli diventa tale, del “RICORDO”, con parole ed immagini, di tutti gli incontri della sua annata. Questo, a cominciare dall’attuale annata, 2018-2019, a beneficio del Presidente Rocco Recce. A tal punto, per provvedere alle annate pregresse (almeno quelle durante le quali era “presente nel Club”) il Socio ha fatto dono alle due Past President, Elsa Marchitelli, per l’annata 2016-2017, e Carla Lendaro, per l’annata 2017-2018, del volume relativo alla sua Presidenza, del quale aveva provveduto a fare rilegare gli articoli scritti in proposito e visibili sul Sito Internet del Club. Le interessate hanno gradito il pensiero ed … anche i Soci, si auspica.
Conclusa questa interruzione e la successiva cena, è stata la volta, dopo la lettura di un sintetico Curriculum Vitae, della Relazione del Prof. Luca Riccardi sulle origini e sulle attività della Comunità di Sant’Egidio, un gigante di bontà del quale il nostro Paese è orgoglioso.
Con molto interesse e RISPETTO, i Soci hanno ascoltato un breve cenno sulle origini della Comunità, nata dall’incontro di alcuni ragazzi della “Roma-agiata” degli anni ’60, frequentanti il Liceo Classico Virgilio, ed, in particolare, dall’iniziativa presa, fra essi, da Andrea Riccardi: tutti cattolici credenti, che si sono sentiti animati dalla necessità di fare qualcosa, genericamente “del Bene”, per le persone meno fortunate.
Come raccontare, in sintesi, il discorso del Relatore? Nel modo più semplice possibile! Accedendo al Sito Internet della Comunità stessa, dove esso figura, e riportandolo di seguito:
“Sant’Egidio è una Comunità cristiana nata nel 1968, all’indomani del Concilio Vaticano II, per iniziativa di Andrea Riccardi, in un liceo del centro di Roma. Con gli anni è divenuta una rete di comunità che, in più di 70 paesi del mondo, con una particolare attenzione alle periferie e ai periferici, raccoglie uomini e donne di ogni età e condizione, uniti da un legame di fraternità nell’ascolto del Vangelo e nell’impegno volontario e gratuito per i poveri e per la pace.
Preghiera, poveri e pace sono i suoi riferimenti fondamentali.
La preghiera, basata sull’ascolto della Parola di Dio, è la prima opera della Comunità, ne accompagna e orienta la vita. A Roma e in ogni parte del mondo, è anche luogo di incontro e di accoglienza per chi voglia ascoltare la Parola di Dio e rivolgere la propria invocazione al Signore.
I poveri sono i fratelli e gli amici della Comunità. L’amicizia con chiunque si trovi nel bisogno – anziani, senza dimora, migranti, disabili, detenuti, bambini di strada e delle periferie – è tratto caratteristico della vita di chi partecipa a Sant’Egidio nei diversi continenti.
La consapevolezza che la guerra è la madre di ogni povertà ha spinto la Comunità a lavorare per la pace, proteggerla dove è minacciata, aiutare a ricostruirla, facilitando il dialogo là dove è andato perduto. Il lavoro per la pace è vissuto come una responsabilità dei cristiani, parte di un più ampio servizio alla riconciliazione ed alla fraternità che si sostanzia anche nell’impegno ecumenico e nel dialogo interreligioso nello “Spirito di Assisi” “.
Su questa base, dal 1968 ad oggi, lunghissimo è stato il cammino percorso dai fondatori, ai quali, nel tempo, molte altre persone si sono aggregate, allargando l’orizzonte d’azione e precisando gli obiettivi. Trovando le risorse economiche nei modi più disparati: dalla raccolta, frutto di conferimenti personali, a donazioni, lasciti e sovvenzioni. Con tali mezzi fu possibile acquisire la Chiesa di Sant’Egidio (in abbandono, poi restaurata, dalla quale la Comunità ha assunto il nome) a Trastevere, a Roma, ove effettuare la preghiera serale, a “porte aperte”, con accesso consentito a tutti coloro che ne avvertivano il bisogno: questa “consuetudine serale” della preghiera collettiva continua tuttora presso tutte le comunità sparse nel mondo.
Inizialmente, i giovani si riunivano a Trastevere per pregare e per condividere iniziative finalizzate alla carità cristiana e al sostegno umanitario. Con il tempo, un insieme di buoni propositi si è tramutato in una realtà che raccoglie milioni di euro destinati alle opere di bene per il prossimo nel mondo, in particolare per i Paesi del Terzo Mondo, dilaniati dalle guerre civili, dalla fame e dalle malattie.
Fra le prime tappe, l’attenzione ai “baraccati” delle periferie romane (scenari di desolazione ben descritti nei film di Pasolini, come Accattone ed Uccellacci ed uccellini), valutabili in un numero di circa 100.000 persone, in quei primi anni, a Roma.
Al momento, sono numerose e disparate le iniziative di azione, in Italia e nel mondo, tutte concrete e tangibili, come quella di fornire, a Roma, 4 volte alla settimana, un pasto caldo a circa 1500 persone bisognose (a pranzo). In ciò, in modo complementare giornaliero, con la Caritas (a cena).
Dopo i primi passi in Roma, è seguita l’espansione della Comunità nel resto d’Italia, in Africa, America ed Asia, avendo ben presenti gli obiettivi dell’azione voluta.
Fra queste, il prof. Riccardi ha ricordato la lotta contro l’AIDS. Dopo aver riconosciuto che non esiste una cura per la guarigione da tale malattia, ha però chiarito come si possa effettuare una cura almeno per sopravvivere. Inoltre, è stato accertato che i portatori non-curati di tale malattia generano figli malati, mentre i portatori curati generano figli sani. Quindi la cura della malattia ha un duplice scopo: permettere la sopravvivenza a chi ne è affetto e far si che i figli, eventualmente concepiti da persone malate, nascano sani, a differenza dei genitori.
Un’altra grande sfida, più moderna ed attuale, senza nulla togliere a quanto anzidetto, è il sostegno umanitario ai profughi. Ciò si è concretizzato nel progetto di trasferimento di duemila profughi siriani dal Medio Oriente all’Occidente civilizzato, dove persone disperate hanno trovato opportunità di vita in pace, nonché l’occasione di poter lavorare e programmare il proprio futuro, lontano da guerre e miseria. La Comunità ha lavorato ed opera per favorire la creazione ed il mantenimento di corridoi umanitari che consentano il flusso regolare e controllato di profughi, che sono sottratti al traffico internazionale di esseri umani e che traggono salvezza e beneficio dallo sforzo e dal lavoro di tutti gli aderenti alla missione evangelica della Comunità.
I numerosi obiettivi della Comunità figurano sul Sito Internet della stessa, dal quale sono stati tratti per essere riproposti, ciascuno riassunto in una “immagine” ed un “incipit“:
PREGHIERA: La preghiera è il cuore della vita della Comunità di Sant’Egidio, la sua prima “opera”. Al termine del giorno ogni Comunità, piccola o grande che sia, si raccoglie attorno al Signore per ascoltarne la Parola e rivolgersi a Lui nell’invocazione.
POVERI: I poveri sono i fratelli e gli amici della Comunità.
PACE: Per la Comunità di Sant’Egidio conflitto e povertà sono strettamente connessi. La guerra è la “madre di tutte le povertà”, e distrugge il futuro di interi popoli. … la pace è sempre possibile. Occorre trovare le vie per realizzarla anche quando queste sono tortuose.
BAMBINI: La loro vita debole, bisognosa di protezione e di aiuto, ci ha sempre mostrato con chiarezza quanta sofferenza possano produrre l’indifferenza e la solitudine.
GIOVANI PER LA PACE: … sono un movimento di ragazzi e giovanissimi legati alla Comunità di Sant’Egidio.
ANZIANI: Ogni Comunità di Sant’Egidio, sia essa nel Nord o nel Sud del mondo, vive la predilezione per gli anziani: condivide le loro ansie, la loro vita e la loro fede.
MIGRANTI: … l’accoglienza a chi bussa alle nostre porte perché in fuga dal suo Paese. … da subito, un percorso che prevede, come prima tappa fondamentale, l’apprendimento della lingua. … la scuola e la cultura, che sono la chiave per la comprensione e la partecipazione alla vita sociale e relazionale del Paese in cui si arriva.
PERSONE CON DISABILITA’: Le persone con disabilità non sono solo membri a pieno titolo della comunità cristiana, destinatari privilegiati della comunicazione del Vangelo e della vita sacramentale, ma anche “esperti” di amicizia.
SENZA DIMORA: In tutte le grandi città sono tante le persone che per motivi diversi sono costrette a vivere per strada. Una vita dura, segnata non solo dalla povertà, ma dall’isolamento, l’invisibilità, talvolta dal disprezzo.
Fermarsi, parlare, instaurare un rapporto personale di aiuto e di amicizia, soccorrere nelle necessità, sono i gesti semplici del Buon Samaritano, che colmano l’abisso di indifferenza che circonda la vita e a volte la morte di chi vive per la strada.
CARCERE: … mondo chiuso per antonomasia, … frequentato con regolarità da membri e volontari della Comunità di Sant’Egidio. … fondamento evangelico. Gesù stesso si riconosce nel carcerato: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25, 35-36).
IL PRANZO DI NATALE: quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti.
A conclusione della serata, la consegna dei gagliardetti dei due Club, da parte del Presidente Rocco Recce e della Presidente Grazia Saporito al Prof. Luca Riccardi, al quale va un sentito grazie per la sua Relazione, che ha avuto il merito di richiamare la nostra attenzione sulla Comunità e la sua azione e, da ciò, ne siamo usciti informati ed arricchiti.
ALFREDO D’AMATO