IL XXII CONGRESSO ANNUALE DEL ROTARY INTERNATIONAL
VIENNA 22- 26 GIUGNO 1931
La ricerca del valore storico del francobollo postale mi ha portato questa volta a scoprire la celebrazione di un significativo evento rotariano. Nelle scorse settimane, mentre mi trovavo sulle tracce del come e del quanto il Rotary viene rappresentato all’interno della filatelia, mi è capitato di imbattermi nella più bella e più significativa emissione filatelica nazionale austriaca, (e credo, di tutti i tempi) celebrativa, dell’evento rotariano dell’anno 1931. Ho rilanciato con trepidazione sulle poste dell’asta, fino ad ottenerne l’aggiudicazione.
Devo premettere che la passione per la inconsueta, particolare, e spesso singolare, essenza storica del francobollo postale, quale documento e testimone di eventi e di situazioni irripetibili, uniche nel loro genere, questa volta è stata più che premiata.
Tramite questi francobolli ho trovato non solamente la documentazione di uno straordinario evento del Rotary International ma le ragioni del coraggioso messaggio che il Rotary, in quel particolare torno di tempo, (ricordiamo che siamo negli inquieti e controversi “anni trenta”), ha voluto trasmettere, agli uomini ed alle Nazioni: amicizia, etica nelle professioni, apertura al sociale, sviluppo di relazioni internazionali, formazione delle nuove generazioni su questi principi.
Procediamo, intanto, con ordine.
Il XXII Congresso annuale del Rotary International si decise di celebrarlo in Austria, a Vienna, dal 22 al 26 giugno 1931. Per quell’occasione, il Governo austriaco, che avrebbe voluto emettere un francobollo in onore di ciascuno dei sei Club attivi nel Paese, scelse sei esemplari di una preesistente serie pittorica del 1929-30, sui quali, però, vi fece sovrastampare, in vari colori, l’emblema del Rotary e le parole “Convention Wien 1931”, in onore all’intera famiglia rotariana mondiale che si stava dando convegno a Vienna e provvedeva perfino a stanziare un contributo di rappresentanza.
Vennero emesse cinquantamila serie che furono poste in vendita solamente nei due giorni della loro distribuzione durante la Convention. La maggior parte è stata acquistata da collezionisti e conservata integra. Un gran numero di esemplari è stato applicato su lettere e cartoline e timbrato per ricordo della Convention. Con il trascorrere del tempo molti esemplari sono andati dispersi, specie quelli utilizzati per l’affrancatura ordinaria.
I francobolli, come elencati sul catalogo Scott, ai nn. B87-B92 1931, rappresentano antichi castelli e prestigiosi palazzi costruiti prima della I Guerra Mondiale, in importanti città dell’Austria:
– 10g Gussing, capoluogo del Burgenland,
– 20g Durnstein, distretto di Krems-Land, in Bassa Austria;
– 30g Seewiessen, in Stiria,
– 40g Innsbruck, capoluogo del Tirolo Settentrionale,
– 50g Worthersee, tra le due città di Klagenfurt e Velden in Carinzia
– 1S Biblioteca della Corte austriaca a Vienna,
nel quale la Sovrastampa riporta: ”Congresso internazionale del Rotary – Vienna 1931”
IL “MESSAGGIO” DEL ROTARY INTERNATIONAL
Come prima accennavo, sono andato a tentare di trovare il perché, di quella “Convention” che, già a prima vista, appariva differente dalla consueta e ordinaria ritualità del cerimoniale rotariano. Ed ho ottenuto risposta alle mie supposizioni.
Dobbiamo premettere che la stagione dei disordini popolari scaturiti dalle disastrose condizioni economiche seguite alla sconfitta della Grande Guerra (che avevano già attraversato la Russia, la Germania, l’ex impero ottomano), era trascorsa già da un lustro, e, archiviata ormai la spensierata età della “”Belle Epoque””, l’”Austria felix” voltava pagina alla sua serena e beata immagine aristocratica, per scrivere la storia della nuova Repubblica d’Austria che si stava rialzando sulle proprie gambe, grazie, ai molti discreti meriti da attribuire – non poco – al fermento scaturito dallo spirito rotariano che si andava diffondendo tra la classe dirigente. Così facendo il Paese divenne, nel giro di pochi anni, praticamente dal 1925, un convinto fattore di pace per l’Europa centrale.
Ecco allora che la Convenzione del Rotary del 1931, va a collocarsi tra i più brillanti eventi internazionali che Vienna abbia vissuto sin dai tempi del Congresso di Vienna del 1815. Secondo l’opinione dei contemporanei il successo della Convention 1931 rifletteva una diffusa euforia rotariana giacché, nell’Austria del primo dopoguerra, lo spirito rotariano aveva trovato fertile terreno di sviluppo. Nei sei Club del Paese furono accolti uomini d’affari, esponenti dell’amministrazione e della cultura, pronti a farsi protagonisti di un mondo completamente nuovo, di pace e di progresso, atteso da molti uomini di lettere, di scienze, di stato, d’affari, dopo la guerra (1914 – 1918) e le sue distruzioni morali e fisiche.
Nelle cronache del tempo si legge che la Convention fu un evento spettacolare per l’instancabile impegno dei membri dei sei Club che si prodigarono per l’accoglienza di 4300 ospiti provenienti da tutto il mondo – ai quali venne offerto un raffinato programma culturale: concerti, opere (il compositore de “La vedova allegra” il rotariano viennese Franz Lehar, scrisse per l’occasione un inno), visite guidate ed escursioni. Si ricorda ancora il tè pomeridiano servito nel Parco del Castello di Schönbrunn sotto una pioggia di petali di rose, lasciata cadere dall’aereo da un pilota rotariano. Eppure erano trascorsi solo sei anni da quando il primo Club venne fondato a Vienna nel 1925, in un paese che aveva combattuto dolorosamente e nel 1918 aveva subìto la disfatta sui campi di battaglia. Mentre la Germania trovava difficoltà a tornare nella comunità mondiale, dopo il trattato di Versailles, la nuova Repubblica d’Austria già si affacciava ad uno sviluppo socialmente accettabile. Tanto che venne accolta nella Società delle Nazioni, già nel suo anno di fondazione 1920.
L’apertura alle iniziative verso l’Europa Centrale e Danubiana
La Convention del 1931 ebbe il merito di sviluppare l’impegno “strategico” di lavorare per la diffusione del Rotary nelle terre degli ex imperi centrali e nelle terre attraversate dal Danubio, per una serie di presupposti:
- Intanto il Rotary International, grazie alla Convention, non mancò di rendere il meritato riconoscimento all’entusiasmo, alla passione, allo slancio, dei rotariani dei Club austriaci tra cui il Club di Vienna che si adoperò pure per la costituzione del primo club tedesco nel 1929 ad Amburgo;
- In secondo luogo, il Rotary International, ancora grazie alla Convention, si poté avvalere della ricostituita Nazione austriaca per aprirsi da Vienna, all’ampia regione dell’Europa centrale e sud-orientale, sulla spinta delle considerazioni “strategiche” dettate dal momento storico. Non a caso, allo stesso tempo a Praga e Budapest sorsero i primi club e furono ripresi i vecchi collegamenti con l’Adriatico, a cominciare dalle ex province dell’Impero Austro Ungarico, grazie all’impegno di ciascun Club. Si ricorda ancora oggi, con deferenza, che il Club di Vienna, per merito dell’impegno dell’imprenditore Bernhard Moritz Gerbel, favorì fino al 1935 la costituzione di 33 club in Romania, in Polonia, in Ungheria, in Jugoslavia, in Bulgaria (non a caso il nostro gemellato Club di Sofia celebrerà il prossimo 22 aprile 2018 il suo 85° anno di fondazione!) e in Grecia.
Questa opera di diffusione dell’associazionismo, in spirito rotariano, rispondeva anche alla necessità avvertita dal Governo di Vienna di trasformare rapidamente la società austriaca e sviluppare in essa uno strato borghese capace di scrollarsi di dosso l’atmosfera, indubbiamente provinciale e da operetta, vissuta fino ad allora, e creare una società moderna e cosmopolita.
Così, le iniziative volte al benessere sociale divennero un nuovo campo di attività in cui si distinsero i Rotary club; più di tutti si ricorda il R.C.Vienna che allestiva mense ed offriva a 400 persone al giorno un pasto caldo. Il R.C. Graz si occupava di uno sperduto villaggio di montagna sul confine meridionale, i cui abitanti venivano riforniti di vestiti, di cibo e di altri aiuti. Una seconda area di progetti del servizio rotariano venne istituita per i giovani, già dal 1929, con la partecipazione a campi annuali e offerte di viaggio attraverso l’Europa occidentale.
Iniziò così una feconda stagione del Rotary, almeno fino al 1936 allorquando gli effetti della politica tedesca della seconda parte degli anni ‘30 fecero ben presto sentire le loro conseguenze dapprima con l’esclusione dell’accesso ai Club per massoni e per candidati “non ariani” poi con la limitazione alle attività di solidarietà sociale e alla nascita di nuovi Club, inducendo progressivamente i Club esistenti all’auto scioglimento che neanche la visita del Presidente Paul Harris nel luglio del 1937 riuscì a scongiurare, né si potette più nascondere che i giorni del Rotary in Austria erano ormai contati.
La Germania infatti annesse l’Austria il 12 aprile 1938 all’esito di un plebiscito preceduto dall’ingresso di truppe l’11 marzo del 1938. Da qui iniziava un periodo di rischioso oblio che è durato fino al 1946, con la riemersione dei primi circoli, che subito dopo si ricostituirono sulle fondamenta dei vecchi Club.
Ma questa è un’altra storia.
Vi assicuro che il passaggio storico attraverso le vicende della II Guerra è assai interessante e, per chi lo desidera, consiglio la lettura della pubblicazione “La storia del Rotary in Austria” dello storico Heinrich Marchetti (1947-2015) da cui ho tratto le notizie che ho riportato sulla Convention del 1931 e sui suoi risultati. Tra le altre cose, egli ha raccolto preziosi dati nel saggio: “”Rotary Mit-Vergangenheit in Austria e Germania dal 1933 al 1945″ “” (Il passato del Rotary in Austria e Germania dal 1933 al 1945).
Raffaele Morrone