
(La foto rappresenta Il disegno realizzato dai bambini dell’Istituto Vittorino da Feltre di San Giovanni – Napoli, 2019 – che hanno vinto il Premio Legalità del Rotary per aver elaborato il miglior manifesto sui temi dei valori del rispetto della persona)
Preambolo: ora che le misure di contenimento alla diffusione dell’infezione da coronavirus, ha causato la sospensione delle riunioni rotariane, penso sia bene mantenere almeno i nostri contatti telematici. Come vecchio socio, propongo qualche riflessione su un argomento di interesse generale, cominciando da una domanda abbastanza comune come la seguente: i comportamenti illegali dipendono dal contesto socio/economico, oppure storico/culturale, oppure semplicemente geografico?
Molti sono inclini a credere che questi fenomeni siano storicamente endemici in certe zone, mentre siano estranei in altre zone, il che sarebbe come dire che quasi tutto dipenderebbe dalla geografia, al punto che ogni deviazione dalle regole sarebbe “di casa” nell’area mediterranea, come nell’America Latina, mentre le regole sono naturalmente osservate nelle zone più a Nord, genericamente definite come anglosassoni. Avendo una personale esperienza lavorativa in tutte la zone geografiche, posso sostenere e dimostrare che non c’è nulla di più errato di questo tipo di assunzioni, perché la legalità e l’illegalità possono trovarsi dovunque, sia al Nord che al Sud. Ed ecco due esempi di segno opposto, da me personalmente vissuti nell’area mediterranea e che vado a raccontare.
Negli anni 60 del secolo scorso, ero General Manager della Hewlwtt Packard per il settore definito come Mediterranean and Middle East Operations che operava nell’area geografica che va dal Marocco fino all’Iran. Oltre agli aspetti tecnici, coordinavo i rapporti commerciali che normalmente si svolgevano con la intermediazione di agenti locali, da selezionare e addestrare con molta cura, perché un buon Agente era molto importante per la reputazione dell’Azienda.
Il primo episodio si riferisce ad una mia presentazione ad un’assemblea di Autorità Accademiche, svolta in un Grand Hotel del Medio Oriente, di cui non serve specificare il Paese. Stavo illustrando le avanzatissime prestazioni tecniche di alcuni nuovi prodotti della mia azienda e, in un paio di occasioni, avevo precisato che alcune novità tecnologiche erano disponibili a prezzi molto ragionevoli, inferiori ad ogni previsione. In entrambi quelle occasioni, il mio Agente, che mi era seduto accanto, mi aveva segnalato qualcosa con un suo piede contro il mio piede. Al primo intervallo chiesi spiegazione e lui mi sussurrò all’orecchio questo messaggio stravagante: per favore, mai parlare di prezzi bassi. Per queste Autorità che abbiamo invitato, l’interesse in un prodotto è stimolato soltanto da un prezzo elevato. Per qualcosa che costa poco, loro non starebbero qui a perdere tempo. Non ho mai saputo se quelle fossero le vere opinioni del mio uditorio, ma rimasi esterrefatto e mi resi conto di non avere l’agente giusto, e che forse non avevamo invitato le persone giuste: La conclusione fu che cambiai agente e gli affari in quel territorio ripresero solo dopo un paio d’anni, senza mai dover cedere alla tentazione di manipolare prezzi, margini e percentuali, deviando dall’etica professionale.
Il secondo episodio si riferisce ad un Paese che nomino volentieri: la Repubblica di Algeria che aveva da poco tempo conquistato l’indipendenza dalla Francia. Tutti gli algerini ricordavano perfettamente la frase che De Gaulle aveva pronunciato nella grande piazza della Posta ad Algeri, nel 1962: “Je vous ai compris”. Il Generale De Gaulle voleva porre fine alla spirale di violenza, generata dal meccanismo di ribellione e repressione ed aveva conquistato il cuore del popolo, dicendo semplicemente “Vi ho capito.” Da quel momento l’Algeria non era più un territorio francese d’oltremare e stava nascendo una nuova Nazione indipendente. Io avevo eccellenti rapporti con l’ambiente universitario di Algeri ed un giorno fui convocato da un Professore di Chimica che era da poco divenuto Vice Ministro della Sanità con il Governo Boumedienne ed aveva un’urgente proposta da farmi. Il suo Governo stava organizzando un grande evento sportivo internazionale che si chiamava Giochi Mediterranei, una specie di piccola Olimpiade che serviva a lanciare l’immagine della nuova Nazione indipendente. Per quella occasione si era pensato ad un sistema di controllo Anti-Doping che garantisse la regolarità delle gare agli atleti ed alla Stampa di tutto il mondo. I lavori per gli impianti sportivi procedevano bene, ma purtroppo mancavano sia i fondi che la competenza per il pianificato Servizio di Anti-Doping. Il professore mi disse di avere notizie sul nuovo sistema di test automatico della mia azienda, basato su un modernissimo Gas-cromatografo, e mi chiese se potevo darlo in prestito per gli imminenti Giochi Mediterranei. Ritenendolo un eccellente mezzo promozionale, io assicurai la mia collaborazione e, nel giro di due settimane, un nostro macchinario, nuovo di zecca, era giunto ad Algeri per via aerea, per essere temporaneamente importato a scopo di prova. Il tutto andò nel migliore dei modi, salvo che nelle pratiche doganali risultava erroneamente importato in via definitiva ed era dunque impossibile farlo tornare indietro. Per la mia ditta, si trattò di una perdita secca, che la casa madre americana non esitò ad imputare totalmente alla mia personale responsabilità. Tornai quasi disperato dal Professore e, con estrema sincerità, chiesi come e a chi avrei potuto rimborsare il costo per la risoluzione di quel problema che era per me importantissimo. Il Professore ascoltò, studiò la pratica e poi mi disse: il problema lo risolverò io e il tuo costo sarà una bottiglia di buon vino italiano che io conosco e che in questi tempi in cui stanno distruggendo i nostri vigneti algerini, mi manca moltissimo. Sarò a Roma nel prossimo mese per una visita di Stato e per allora la tua ditta avrà ricevuto il macchinario di ritorno e tu mi potrai saldare di persona il debito che ti ho detto.
Incredibilmente, nel mese successivo il problema era risolto, il Professore mi telefonò da Roma e ci incontrammo. Lui aveva per me un pacchetto contenete datteri algerini ed era pronto a ricevere da me la prevista bottiglia di vino. Un rapporto di amicizia e di etica professionale, in ambiente mediterraneo, che fa onore e che difficilmente si dimentica.
NOTA: un breve commento lo merita il confronto fra i due agenti degli episodi raccontati. Due personalità agli antipodi, anche se entrambe erano “mediterranee”. Quello del Medio Oriente, da me rimpiazzato, mi fatturò tutti i costi da lui sostenuti per promuovere la mia ditta, mentre quello algerino fu soddisfatto del buon esito dei Giuochi Mediterranei, senza incassare alcuna commissione. Il primo sapeva solo parlare di business, mentre il secondo amava parlare di storia, con grande equilibrio culturale. Da buon musulmano da generazioni, lui amava scherzare con me vantandosi che i suoi antenati erano conterranei, e forse anche consanguinei, di Sant’Agostino, il grande uomo che aveva fatto onore alla sua terra. Questo dettaglio mi sembra un’altra incontestabile prova che non è la geografia a determinare il comportamento delle persone.
Domenico Concezzi