L’endometriosi è una malattia che può colpire le donne in età fertile a partire dall’adolescenza. In questa patologia, sempre più comune, il tessuto che forma il rivestimento dell’utero, l’endometrio, cresce in altre zone, diverse dalla normale sede della cavità dell’utero come, ad esempio, le ovaie, il peritoneo, le tube, i legamenti uterosacrali, il setto retto-vaginale, la vescica, il retto-sigma, l’intestino, le strutture nervose della pelvi e addirittura sedi a distanza come i polmoni e il cervello. Il tessuto proliferato in modo anomalo in queste zone può causare dolore, solitamente localizzato nell’addome, nella fascia lombare e nell’area pelvica, e infertilità. Ogni mese, inoltre, per effetto del ciclo mestruale, l’endometrio impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, irritando i tessuti circostanti, con conseguenze invalidanti sulla qualità della vita, rendendo difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane, dei rapporti di coppia e interpersonali.
E’ stimato che nell’Unione Europea l’endometriosi colpisca una donna su dieci in età riproduttiva, dal menarca alla menopausa, ed è indipendente dall’etnia, dalla condizione socioeconomica e dall’avere avuto o meno una o più gravidanze e talvolta è presente anche dopo la menopausa. È necessario considerare l’endometriosi una malattia sociale e la donna va posta al centro del percorso diagnostico terapeutico.
Conoscere l’endometriosi è il primo passo del percorso di cura. Una pronta diagnosi e il trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità che può insorgere nel 30-40% dei casi di endometriosi.
La capacità di diagnosticare l’endometriosi è, purtroppo, strettamente correlata alla conoscenza della malattia da parte del ginecologo. Per ricevere una diagnosi rapida e accurata delle localizzazioni della patologia, è fondamentale rivolgersi a medici esperti nella diagnosi e nel trattamento dell’endometriosi perchè l’esperienza permette un corretto inquadramento della malattia, dopo aver ascoltato la storia e i sintomi della paziente, attraverso l’anamnesi, la visita ginecologica e l’integrazione di altri esami diagnostici quali l’ecografia addominale e transvaginale dinamica, la risonanza magnetica, gli esami ematochimici e la laparoscopia.
Il trattamento dell’endometriosi richiede un approccio multidisciplinare che permetta di considerare la paziente nella sua totalità.
La terapia medica si basa sull’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per combattere il dolore, e l’uso di estroprogestinici o di soli progestinici per contrastare la diffusione e la proliferazione del tessuto mantenendo bassi i livelli di estrogeni. Da una parte quindi è importante regolare e limitare l’intensità della risposta infiammatoria, per prevenire danni funzionali e per mitigare i sintomi dolorosi, dall’altra è fondamentale mantenere un equilibrio ormonale tale da contrastare la diffusione e l’accrescimento di cellule endometriali in sedi non appropriate.
La laparoscopia come terapia chirurgica è il” gold standard” per la cura della malattia endometriosica. La laparoscopia garantisce i più elevati standard qualitativi della chirurgia con i migliori risultati relativi ai criteri di escissione di malattia e di strategia di intervento, garantendo la completa asportazione delle lesioni.
E’ accertato che l’endometriosi proviene una situazione immunitaria alterata e aspecifica, cioè uno stato di infiammazione cronica, che automantiene la malattia e i suoi sintomi dolorosi e che può anche generare stati di dolore pelvico cronico, persino dopo la completa risoluzione tramite intervento chirurgico.
Per riequilibrare lo stato immunitario alterato e migliorare la qualità di vita è sicuramente utile seguire uno schema nutrizionale, privo di sostanze pro-infiammazione e, anzi, pro-antinfiammatorio, che sia personalizzato considerando le caratteristiche neuropsicofisiche di ogni donna.
Per questo motivo, abbiamo definito un protocollo diagnostico e terapeutico che prevede per ogni donna, affetta da endometriosi in III e IV stadio, una valutazione integrata del suo stato psicofisico in base alla quale verrà compilato lo schema nutrizionale più adatto per ciascuna. Durante la visita faremo una breve intervista anamnestica, quindi due valutazioni non invasive, una impedenziometrica (test BIA ACC) e un’altra pletismografica (test PPG stress flow), e infine elaboreremo lo schema nutrizionale più consono, al fine di diminuire lo stato infiammatorio.
Lo schema nutrizionale è “ad personam”, cioè elaborato in base alle caratteristiche psicofisiche che sono state evidenziate dall’analisi impedenziometrica e pletismografica della paziente, ma non personalizzato in base alle sue abitudini di vita e alimentari perché queste potrebbero non essere le migliori per lei.
Il protocollo da noi stabilito prevede anche un ulteriore possibilità, in caso di donne che volessero poi continuare i controlli con scadenza mensile per rimisurare i parametri, vedere le modifiche ottenute e stabilire un ulteriore schema nutrizionale più conforme alle loro abitudini.
Il progetto prevede anche conferenze, per via telematica, di medici e operatori sanitari esperti nella cura dell’endometriosi, in cui si informano le donne circa tutti i possibili mezzi terapeutici da cui potrebbero trarre vantaggio per la loro salute.
Lo scopo di questo programma è non solo aiutare la singola donna a vivere meglio la sua malattia ma anche informare medici e operatori sanitari su come gestire la patologia “endometriosi” tramite un adeguato stile di vita e innovativi trattamenti terapeutici che possono considerevolmente migliorare i sintomi causati da questa malattia.
Di seguito, i commenti delle DONNE che hanno apprezzato l’iniziativa e le VISITE:
Carla Lendaro