
L’incontro dei Soci del Rotary Club Roma EUR, nella serata del 22 novembre 2018, presso la sede del Club, l’Hotel dei Congressi, viale Shakespeare 25, Roma, ha avuto un tocco … esotico, per la gradita presenza di Sua Altezza il Principe Sisowath Ravivaddhana Monipong – Ambasciatore della Casa Reale di Cambogia.
Nell’immagine che segue, Sua Altezza assieme al Presidente del Rotary Club Roma EUR, Rocco Recce.
Impeccabile Prefetto della serata l’avv. Francesca Staiti, nell’occasione, coadiuvata dalla dott.ssa Lorenza Ilia Manfredi, che ha favorito la partecipazione di Sua Altezza il Principe Sisowath Ravivaddhana Monipong.
Numerosi i Soci del Club stesso e del Rotaract Roma EUR.
Fra i numerosi ospiti, del Club e dei Soci, che, con la loro presenza, hanno reso importante la serata: la dott.ssa Pinuccia Pitti, pittrice e poetessa, Presidente della Fondazione Marianna (per la divulgazione dei Diritti Umani); la dott.ssa Benedetta Morra Peragallo, Presidente del Rotaract Roma EUR; il dott. Olivier Michon, Socio del Rotary Club del Médoc (Francia); l’avv. Lucia Ricci, Socia del Rotary Club ROMA; ed, inoltre, la dott.ssa Giulia Di Michele, il prof. Alessandro Stefani (accompagnato dalla consorte, dott.ssa Enza D’Angelo), la dott.ssa Enza D’Angelo, l’avv. Gloria Sabbatini, la dott.ssa Marzia Viola, la dott.ssa Marina Morra, l’avv. Manrico Borzi, la dott.ssa Antonella Gibilisco, la prof.ssa Cristina De Mattheis; i Soci del Rotaract dott. Giorgio Firmani, ing. Alessio Montrella, dott.ssa Federica Polito. E, tanti altri.
Nel corso della serata, Sua Altezza il Principe Sisowath Ravivaddhana Monipong ha svolto l’attesa relazione, supportata dalla proiezione di immagini e dai commenti del Relatore stesso.
Sono state moltissime le informazioni che abbiamo ricevuto sulla storia e le vicende di questo paese: sulle origini, gli avvenimenti, spesso tragici, la religione, i costumi, le usanze, le arti: tutti aspetti che, per noi occidentali, appaiono inconsueti, con un sapore mitico e piuttosto avvolto nel mistero.
Fra queste, ci ha colpito la seguente considerazione, tratta dalla presentazione, sul ruolo della “donna” in Cambogia: “L’equilibrio fondamentale della società cambogiana è fondato sul dialogo perpetuo tra il mondo tra il mondo sacro e quello profano e, in quel senso, la donna è, fondamentalmente, l’agente di comunicazione.”
Certamente, un popolo di bell’aspetto, particolarmente dotato nelle arti ed, in particolare, nella musica e nella danza.
E siccome è innegabile che le “movenze” delle danzatrici cambogiane rappresentino un aspetto che più di tutto ci colpisce e ci affascina, desidero condividere alcune frasi trovate, che ben evidenziano questo concetto.
“Il palcoscenico della danza khmer non prevede l’uso di scenografie. Tutto viene evocato attraverso il movimento e la musica. Anche il volto delle ballerine è immobile, muto. Non distratto dalla personalità della danzatrice, lo spettatore può meglio cogliere la bellezza delle linee. Sono i movimenti delle mani –kbach– a comunicare le emozioni. “Ridere con la bocca è umano, ridere con le mani è di origine divina” dice un cru, maestro di danza.“Mani come attori, mobili ed autonome nella loro recitazione” le descrive R.M. Rilke”.
“I gesti della danza cambogiana sono un vero e proprio linguaggio. Ognuno di essi è come una parola e la loro successione forma delle frasi. Il corpo è attraversato da una ondulazione verticale e oscilla giocando sulla flessibilità delle ginocchia. I corpi immateriali delle ballerine, che neanche i ricchi costumi riescono ad appesantire, sono percorsi da lampi di movimento, vibrazioni, fremiti, sussulti.”
Hanno mosse ferine, camminano strisciando delicatamente i piedi, la testa immobile, le braccia sinuose come se galleggiassero nell’acqua. Diventano serpenti, il corpo è uno zigzag di repentini cambi di direzione: testa reclinata di lato, palmi volti all’indietro, gomiti piegati, vita arcuata, culetto sporgente, ginocchia flesse, piedi rivolti all’insù. Poi le mani palpitano schiudendosi come corolle di fiori, sembrano sfogliarsi petalo dopo petalo. Le braccia producono movimenti serpentini che passano da una mano all’altra passando per le scapole. Le gambe sempre piegate permettono slanci e morbidezze, il corpo affonda e si rialza gradualmente con scosse impercettibili.”
Nota: informazioni desunte da “AsiaTeatro – rivista di studi online ISSN: 2240-4600”
A parte questo, non si ritiene opportuno avere la presunzione di poter sintetizzare e descrivere l’essenza e la vita di un Paese, di una civiltà e di un popolo sulla base di una breve narrazione, nel corso della quale, forse, si è posta l’attenzione sugli aspetti più inconsueti, che suscitano l’attenzione e mantengono vivo il ricordo, ma che, certamente, sono quelli meno significativi.
Quindi, per non incorrere in inesattezze, è preferibile limitarsi solamente a pochi cenni sulla geografia e storia di questo Paese.
La Cambogia si trova al centro della penisola Indocinese. Confina, a nord, con la Thailandia ed il Laos; ad est, con la il Vietnam; a sud con il Vietnam; ovest, ancora con la Thailandia ed il Golfo del Siam. E’ stata la culla della civiltà Khmer, trovando la sua principale ed adeguata espressione nei reperti del passato abbondanti ed importanti nei pressi di Angkor, una delle antiche capitali dell’impero.
Conosciuta, in passato, con i nomi di Terra Gentile o Terra del Sorriso, la Cambogia, ha subito invasioni a più riprese, in passato, ed, in tempi più recenti, è stata travolta da guerre e regimi dittatoriali che hanno insanguinato il Paese per decenni.
Nonostante ciò e nonostante le conseguenze della dominazione coloniale dei paesi che per secoli l’hanno occupata, la Cambogia ha cercato ripetutamente di riconquistare un equilibrio: obiettivo ancora, purtroppo, non pienamente raggiunto.
Predomina una economia essenzialmente agricola, legata alla coltivazione del riso, favorita dal ritmo stagionale del Mekong, il grande fiume che l’attraversa e le dà vita. Attualmente, la Cambogia affronta ancora un difficile processo di risalita sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della stabilità politica interna, aggravato, da un lato, da carenze strutturali e dal bassissimo potere di attrazione degli investimenti esteri e, dall’altro, da un faticoso ritorno alla democrazia.
La Cambogia ha raggiunto l’indipendenza nel 1953 (ratificata dalla Conferenza Internazionale di Ginevra nel 1954). Già monarchia costituzionale e Repubblica presidenziale, nel 1979 ha assunto la denominazione di Repubblica popolare di Cambogia. La costituzione attualmente in vigore, promulgata nel 1993, ha ripristinato la monarchia e ha istituito un Parlamento bicamerale, formato dall’Assemblea Nazionale (122 membri eletti a suffragio universale) e dal Senato (61 membri, eletti dai consigli amministrativi locali).
Nota: Informazioni desunte da www.sapere.it
Inutile precisare che il menù della serata, particolarmente apprezzato, è stato in “stile cambogiano”, per merito dello chef dell’Hotel dei Congressi:
La serata è stata occasione di incontri, come quello fra la Prof.ssa Cristina De Mattheis (insegnante di matematica) e una sua ex allieva, ora dott.ssa Giulia Di Michele, che, forse, ne ha approfittato per un ultimo … suggerimento alla sua ex allieva, … in ipotesi il procedimento per il calcolo di una “derivata”, rimasto in sospeso fin dai tempi della scuola … :
Per cui, a voler interpretare l’espressione (e l’indice) della professoressa …. “vedi, vedi …” . E, di rimando, l’allieva … : “si …, lo ammetto”!
Alfredo D’Amato